Indirizzo

Archives Museum of Hydra
Miaouli 454
Idra 180 40, Greece
T +30 2298 052355
Orari di apertura: 7 giorni su 7 – dalle 9:00 alle 16:00

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Blessing in Disguise

01.06.2022 > 31.07.2022

di Valentine e Didier Guillon

L’isola che non esiste è un non-luogo, uno spazio in cui ambienti diversi si fondono e i personaggi che lo abitano si confrontano tra loro. Le praterie degli indiani si estendono senza soluzione di continuità fino alla baia tropicale dei pirati e delle sirene, mentre i boschi temperati, dove dormono i bambini di Peter Pan, si innalzano fino alle vette delle alte montagne. I cicli della natura regolano ogni cosa: i rituali delle diverse comunità e i loro legami. Tuttavia, questo mondo immaginario, come quello reale, è attraversato da conflitto e caos, che trovano un equilibrio solo nella bellezza e nell’armonia della natura. In Blessing in Disguise, Didier Guillonin collaborazione con Valentine Guillonrielabora questa dualità attraverso un montaggio video che accosta immagini d’archivio in bianco e nero di conflitti passati, attingendo in particolare al repertorio iconografico della Guerra del Vietnam, sequenze in time-lapse della fioritura di fiori dai colori vivaci. Un chiaro riferimento al movimento Flower Power, la corrente controculturale hippie nata negli anni ’60 e ’70 in opposizione alla violenza della guerra e ai valori tradizionali.

Attraverso questa contrapposizione visiva, Didier e Valentine Guillon identificano la natura, nella sua bellezza e forza creativa, come lo strumento con cui costruire un paradiso terrestre, in contrasto con l’insensatezza e la brutalità del conflitto. L’artista non fugge verso un’isola inesistente, ma immagina e costruisce nuovi mondi possibili attraverso la sua opera.

Nato come una delle quattro installazioni della mostra internazionale Peter Pan. La nécessité du rêve, esposta alla Fondation Valmont – Palazzo Bonvicini a Venezia fino al 26 febbraio 2023, Blessing in Disguise prende ora vita autonoma, tornando alle sue origini, sull’isola di Hydra, dove il suo concetto ha preso forma.

Το νησί που δεν υπάρχει είναι ένας μη-τόπος, όπου διαφορετικά περιβάλλοντα διεισδύουν το ένα στο άλλο και οι διάφοροι χαρακτήρες που ζουν εκεί έρχονται αντιμέτωποι ο ένας με τον άλλον. Τα λιβάδια όπου ζουν οι Ινδιάνοι εκτείνονται απρόσκοπτα ως τον τροπικό κόλπο, όπου είναι αραγμένο το πειρατικό καράβι και οι γοργόνες κολυμπούν. Το εύκρατο δάσος, όπου τα παιδιά του Πίτερ Παν κοιμούνται σε λαγούμια, εκτείνεται ως τις κορυφές ψηλών βουνών. Οι κύκλοι της φύσης ρυθμίζουν τα πάντα, τις τελετουργίες διαφορετικών κοινωνικών ομάδων και τις σχέσεις τους. Ο φανταστικός αυτός κόσμος, όπως και ο πραγματικός, χαρακτηρίζεται από συγκρούσεις και αταξία· το μόνο αντίβαρο είναι η ομορφιά και η ομαλότητα της φύσης. Στο έργο Blessing in Disguiseο Didier Guillon, σε συνεργασία με τη Valentine Guillon, ανασυνθέτει αυτήν τη δυϊκότητα μέσω ενός μοντάζ βίντεο με παλιές ασπρόμαυρες εικόνες από συγκρούσεις του παρελθόντος, χρησιμοποιώντας συγκεκριμένα το εικονογραφικό ρεπερτόριο του πολέμου του Βιετνάμ, μαζί με λήψεις βαθμιαίας παρέλευσης χρόνου (time-lapse) της άνθησης λουλουδιών με φωτεινά χρώματα. Ο Didier και η Valentine Guillon κάνουν μια έμμεση, μεταφορική αναφορά στον συμβολισμό της Δύναμης των Λουλουδιών (Flower Power) –του αντισυμβατικού κινήματος των χίπις που γεννήθηκε τις δεκαετίες του 1960 και 1970 και τασσόταν κατά της βίας του πολέμου και των παραδοσιακών αξιών– και αναδεικνύουν τη φύση, και συγκεκριμένα την ομορφιά και τη δημιουργική της δύναμη, ως το μέσο για τη δημιουργία ενός επίγειου «παράδεισου» και την απάντηση στον παραλογισμό και στη βαρβαρότητα των συγκρούσεων. Ο καλλιτέχνης δεν δραπετεύει σε ένα μη υπαρκτό νησί. Αντίθετα, μέσω του έργου του, συμβάλλει στη σύλληψη και στη δημιουργία πιθανών νέων πραγματικών κόσμων.

Το έργο Blessing in Disguise είναι μια από τις τέσσερις εγκαταστάσεις που παρουσιάζονται στο πλαίσιο της διεθνούς έκθεσης Peter Pan. La nécessité du rêve, η οποία λαμβάνει χώρα στον χώρο του Ιδρύματος Valmont (Fondation Valmont), στο Palazzo Bonvicini, στη Βενετία, έως τις 26 Φεβρουαρίου 2023. Η εγκατάσταση αντικατοπτρίζει την ανεξαρτησία του καλλιτέχνη και μεταφέρεται στην πατρίδα της, την Ύδρα, όπου γεννήθηκε η αρχική ιδέα.

Jakub Flejšar

Per la prima volta a Palazzo Bonvicini, le sale sono metaforicamente e fisicamente intrecciate per rappresentare il profondo legame familiare di Jakub Flejšar e Pavel Roučka da una prospettiva a 360 gradi. Flejšar sintetizza questo legame ponendo una scultura tra la sua sala e quella di Roučka : un uomo seduto, l’artista stesso, penetra visceralmente nello spazio. Questa disposizione permette al visitatore di scoprire, nella Sala 1, solo una parte dell’insieme. Al centro della sala, una grande figura umana è accovacciata e fissa l’uomo seduto, apparentemente oppresso da un’eredità troppo pesante da portare. Le sculture sono ritratti dell’artista in diverse fasi della sua vita : prima e dopo aver acquisito la capacità di mantenere la complicità con Roučka senza scivolare nella dipendenza. La complicità è un concetto chiave nell’Odissea, in quanto Telemaco svolge un ruolo fondamentale affiancando Ulisse nel rivendicare il potere a Itaca.
The sculptures are portraits of the artist at different stages of his life : before and after mastering the ability to maintain his complicity with Roučka without slipping into dependency. Complicity is a key concept in the Odyssey after all, as Telemachus plays a pivotal role in Ulysses’ attempt to reclaim power in Ithaca.

Pavel Roučka

Champ de Bataille si dispiega come un momento di confronto : l’uomo seduto di Flejšar, situato tra le due sale, volge deliberatamente le spalle ai quadri del patrigno, preparandosi a prendere una decisione coraggiosa. Pur comprendendo il lavoro della figura paterna, è finalmente pronto a plasmare il proprio percorso.
Al centro della Sala 2, due grandi dipinti di Roučka raffigurano le figure chiave di Itaca, Penelope, immobile e silenziosa sul davanti come una matriarca osservatrice ; Telemaco con Ulisse sono raffigurati insieme sul retro come un’unica entità – coincidenti, sublimati, quasi indistinguibili. Questa fusione solleva un interrogativo : il figlio può mai liberarsi veramente, o è destinato a portare per sempre l’eredità del padre ? Questa dualità è al centro di Champ de Bataille, un rivoluzionario campo di battaglia in piena trasformazione.
Accanto a questa visione centrale, una serie di scene si dispiega come un abbraccio protettivo. Telemaco appare in diverse fasi del suo viaggio : combatte, si mette in discussione e alla fine trionfa. Padre e figlio non saranno quindi mai rivali, ma figure intrecciate nella stessa lotta, che navigano sulla linea sottile tra discendenza e autodeterminazione.

Maxence Guillon

L’installazione di Maxence Guillon The Virtuous Circle esplora il suo percorso di uomo e di figlio seguendo le orme di suo padre, Didier Guillon. Questo percorso è inizialmente rappresentato da un tappeto rosso, che simboleggia il cammino di formazione dell’artista mentre è guidato e protetto dal padre. Quando il tappeto assume una tonalità bruna, la scena si sposta in un’arena contemporanea, dove un’installazione multimediale sostituisce la presenza fisica degli antichi spettatori romani. Davanti a questa arena imponente, una scultura in stile classico con le fattezze di Maxence mostra al pubblico le sue gestae come un gladiatore.
La presenza virtuale del padre giudica silenziosamente la performance del figlio, osservandolo in continua presenza/assenza dagli spalti dell’arena. Mentre Didier Guillon sostituisce gli spettatori fisici dell’antica Roma, visitatori in carne e ossa possono sedersi di fronte a Maxence su uno scranno speciale, mettendosi nei panni del padre. Il viaggio di Maxence, come quello di Telemaco, rispecchia l’esperienza umana universale di navigare in un’avventura resa possibile solo dalla consapevolezza dell’eredità paterna.

Didier Guillon

Per la Sala 4, Didier Guillon ha scelto di presentare due disegni anatomici del suo trisnonno, Alphonse Lami, stampati su imponenti totem monolitici che si ergono come echi monumentali del passato. Queste sculture ancorano le opere al presente, collegando diverse generazioni attraverso il tempo. Sopra questi totem, la parola sogno brilla in lettere luminose e incandescenti, tradotte in dieci lingue diverse. Questo termine universale trascende le barriere linguistiche e culturali, ponendo aspirazione e coraggio alla base dell’esperienza umana.
L’installazione En dessous des rêves ci invita a riflettere
sul ruolo essenziale dei sogni nel plasmare il nostro futuro. Senza sogni, diventa impossibile attingere dal passato il
patrimonio necessario per navigare nel presente e, soprattutto, per guardare verso l’orizzonte sconosciuto.
Come ultima sala della mostra, questo spazio chiude
il circolo virtuoso, invitando lo spettatore a riflettere su come il patrimonio plasmi non solo il passato ma anche il futuro. Proprio come il viaggio di Telemaco che giunge alla sua conclusione, questa sala funge da culmine, unendo i temi del- l’eredità, della trasformazione e della scoperta di sé, lasciando allo spettatore un senso di determinazione e di potenziale.

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