Scritto a grandi lettere bianche su un drappo rosso a Venezia, impossibile da ignorare per gli innamorati veneziani che attraversano il Canal Grande a bordo di un vaporetto, campeggia questa potente frase: «EL CUOR NO SE VENDE», un vero e proprio manifesto contro la speculazione e il mercantilismo dilagante.

Abbiamo preso queste poche parole veneziane e le abbiamo trasformate nel titolo della nostra seconda mostra presso il Museo degli Archivi Storici di Hydra. Con un’ironia pungente verso gli eventi spettacolari dell’élite dell’arte (come Art Basel), nel 2011 Charles Saatchi scrisse su The Guardian a proposito di La Fiac: «A qualcuna di queste persone piace davvero guardare l’arte? O si tratta semplicemente di possedere opere di artisti famosi, acquistate ostentatamente nelle case d’asta a prezzi esorbitanti?» Le opere esposte al Museo degli Archivi Storici di Hydra, dal 1° luglio al 31 agosto, non sono state selezionate secondo i criteri della produzione artistica dell’ultimo quarto di secolo, un processo ormai così celebrato da risultare banale.

Tra i grandi nomi, non troverete Murakami, Fisher, Hirst o Koons, artisti che ogni amante dell’arte contemporanea si aspetterebbe di vedere in qualsiasi fiera di tendenza o, per estensione, nelle vetrine di Starbucks, Zara, Nespresso o H&M, per chi percorre le vie dello shopping nelle grandi città.

In questo museo di Hydra, la cui storia intrinseca e la posizione incantevole trasmettono una forte carica emotiva, invitiamo i visitatori a scoprire nuovi talenti come Isao Llorens, Quentin Garel, Lee Jung Woong e Yves Bélorgey. Le loro opere hanno conquistato il cuore del curatore della mostra, poiché sono estranee a qualsiasi speculazione e sembrano legate da un filo conduttore comune: un’etica creativa autentica, un ritorno evidente all’artigianalità nel lavoro artistico e un certo disprezzo per la necessità di una giustificazione creativa.

Didier Guillon, 2016

http://elcuornosevende.org/