Indirizzo

Fondation Valmont,
Palazzo Bonvicini
Santa Croce, Calle Agnello, 2161/A
30135 Venezia VE, Italy

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Telemachus. The Quest for Self

03.05.2025 - 22.11.2025

TELEMACHUS. The Quest for Self segna il secondo capitolo di una trilogia di mostre d'arte contemporanea ispirate all'opera di Omero Odissea. This chapter delves into the character of Telemachus, exploring the father-son relationship from the perspectives of both Telemachus and Ulysses.  Featuring four artists — Jakub Flejšar, Pavel Roučka, Maxence Guillon, and Didier Guillon — the exhibition presents a deeply personal and intergenerational dialogue, reflecting the relationship between father and son through two distinct pairs.

EMANCIPAZIONE, RIBALTA, INTROSPEZIONE, EREDITÀ

La mostra intreccia i temi della scoperta di sé, dell’eredità e della trasformazione, mentre Telemaco intraprende il suo viaggio alla ricerca del padre e della propria identità. Le opere instaurano un dialogo tra il passato mitico e il presente, esplorando come i legami familiari influenzino la percezione che abbiamo di noi stessi.

Il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere TELEMACHUS. The Quest for Self è monumentale. Le sale di Palazzo Bonvicini sono riempite fino all'ultimo centimetro con installazioni potenti ma intime, che ipnotizzano i visitatori nel loro viaggio di scoperta. Ogni artista afferma a gran voce la propria presenza attraverso sculture, dipinti e installazioni che lasceranno senza dubbio un segno indelebile. La mostra racconta infatti il rapporto padre-figlio - con tutte le sue fragilità, complessità, complicità e sinergie - in modo monumentale e introspettivo.

Con Flejšar e Roučka, le stanze si fondono le une con le altre, riflettendo un rapporto personale e artistico intrinseco e imprescindibile. I confini si sfumano, con identità artistiche ben definite, ma in continua tensione reciproca. Con i Guillon, l’attenzione si rivolge all’interno, portando gli artisti a riflettere su ciò che sono diventati e ciò che stanno diventando, con lo sguardo rivolto sia al passato che al futuro delle generazioni.


Teaser Jakub F 2

COMPLICITY

Jakub Flejšar

Per la prima volta a Palazzo Bonvicini, le sale sono metaforicamente e fisicamente intrecciate per rappresentare il profondo legame familiare di Jakub Flejšar e Pavel Roučka da una prospettiva a 360 gradi. Flejšar sintetizza questo legame ponendo una scultura tra la sua sala e quella di Roučka : un uomo seduto, l’artista stesso, penetra visceralmente nello spazio. Questa disposizione permette al visitatore di scoprire, nella Sala 1, solo una parte dell’insieme. Al centro della sala, una grande figura umana è accovacciata e fissa l’uomo seduto, apparentemente oppresso da un’eredità troppo pesante da portare.

Le sculture sono ritratti dell’artista in diverse fasi della sua vita : prima e dopo aver acquisito la capacità di mantenere la complicità con Roučka senza scivolare nella dipendenza. La Complicità è un concetto chiave nell’Odissea, in quanto Telemaco svolge un ruolo fondamentale affiancando Ulisse nel rivendicare il potere a Itaca.


CHAMP DE BATAILLE

Pavel Roučka

Champ de Bataille si dispiega come un momento di confronto : l’uomo seduto di Flejšar, situato tra le due sale, volge deliberatamente le spalle ai quadri del patrigno, preparandosi a prendere una decisione coraggiosa. Pur comprendendo il lavoro della figura paterna, è finalmente pronto a plasmare il proprio percorso.
Al centro della Sala 2, due grandi dipinti di Roučka raffigurano le figure chiave di Itaca, Penelope, immobile e silenziosa sul davanti come una matriarca osservatrice ; Telemaco con Ulisse sono raffigurati insieme sul retro come un’unica entità – coincidenti, sublimati, quasi indistinguibili. Questa fusione solleva un interrogativo : il figlio può mai liberarsi veramente, o è destinato a portare per sempre l’eredità del padre ? Questa dualità è al centro di Champ de Bataille – un rivoluzionario campo di battaglia in piena trasformazione.
Accanto a questa visione centrale, una serie di scene si dispiega come un abbraccio protettivo. Telemaco appare in diverse fasi del suo viaggio : combatte, si mette in discussione e alla fine trionfa. Padre e figlio non saranno quindi mai rivali, ma figure intrecciate nella stessa lotta, che navigano sulla linea sottile tra discendenza e autodeterminazione.

Teaser Pavel R. low res
Teaser Maxence G

THE VIRTUOUS CIRCLE

Maxence Guillon

L’installazione di The Virtuous Circle esplora il suo percorso di uomo e di figlio seguendo le orme di suo padre, Didier Guillon. Questo percorso è inizialmente rappresentato da un tappeto rosso, che simboleggia il cammino di formazione dell’artista mentre è guidato e protetto dal padre. Quando il tappeto assume una tonalità bruna, la scena si sposta in un’arena contemporanea, dove un’installazione multimediale sostituisce la presenza fisica degli antichi spettatori romani. Davanti a questa arena imponente, una scultura in stile classico con le fattezze di Maxence mostra al pubblico le sue gestae come un gladiatore.
La presenza virtuale del padre giudica silenziosamente la performance del figlio, osservandolo in continua presenza/assenza dagli spalti dell’arena. Mentre Didier Guillon sostituisce gli spettatori fisici dell’antica Roma, visitatori in carne e ossa possono sedersi di fronte a Maxence su uno scranno speciale, mettendosi nei panni del padre. Il viaggio di Maxence, come quello di Telemaco, rispecchia l’esperienza umana universale di navigare in un’avventura resa possibile solo dalla consapevolezza dell’eredità paterna.

EN DESSOUS DES RÊVES

Didier Guillon

Per la Sala 4, Didier Guillon ha scelto di presentare due disegni anatomici del suo trisnonno, Alphonse Lami, stampati su imponenti totem monolitici che si ergono come echi monumentali del passato. Queste sculture ancorano le opere al presente, collegando diverse generazioni attraverso il tempo. Sopra questi totem, la parola sogno brilla in lettere luminose e incandescenti, tradotte in dieci lingue diverse. Questo termine universale trascende le barriere linguistiche e culturali, ponendo aspirazione e coraggio alla base dell’esperienza umana.
L’installazione En dessous des rêves ci invita a riflettere sul ruolo essenziale dei sogni nel plasmare il nostro futuro. Senza sogni, diventa impossibile attingere dal passato il patrimonio
necessario per navigare nel presente e, soprattutto, per guardare verso l’orizzonte sconosciuto.
Come ultima sala della mostra, questo spazio chiude il circolo virtuoso, invitando lo spettatore a riflettere su come il patrimonio plasmi non solo il passato ma anche il futuro. Proprio come il viaggio di Telemaco che giunge alla sua conclusione, questa sala funge da culmine, unendo i temi del- l’eredità, della trasformazione e della scoperta di sé, lasciando allo spettatore un senso di determinazione e di potenziale.

Teaser Didier G


COMPLICITY – Jakub Flejšar

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